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Vampiro

Un vampiro

Il vampiro è una figura mostruosa presente, sotto le più varie forme, nel folclore di tutti i continenti. È, quasi sempre, un non-morto che per varie ragioni ritorna dalla tomba per tormentare e uccidere i vivi, molto spesso succhiando il loro sangue. La figura del vampiro ha subito molte modifiche nei secoli e solo recentemente ha acquisito un certo fascino sinistro che ci è tramandato dalla letteratura e dal cinema.

Poteri dei vampiri[]

Ai vampiri la tradizione secolare ha attribuito, oltre all'immortalità, alcuni altri poteri: alcuni di loro sarebbero dotati di poteri ipnotici che consentirebbero di annullare la volontà delle loro vittime. Credenza largamente condivisa è quella che siano in grado di assumere forma di pipistrello.

Nel folklore cinese i vampiri hanno la capacità di volare e di uccidere con il soffio, nutrendosi, anche a distanza, del sangue.

Si sostiene poi che siano quasi del tutto invulnerabili alle ferite e le loro carni si rigenerino durante il sonno diurno dando vita a delle guarigioni rapidissime; inoltre il vampiro può guarire le ferite umane con alcune gocce del proprio sangue.

I vampiri, inoltre, non possono vedere la loro immagine riflessa da uno specchio nè da nessun'altra superficie, poiché la luce del sole in questo modo si rifletterebbe su di loro. Il fatto di evitare lo specchio per la riflessione della luce del sole non trova riscontro nella notte, visto che il vampiro non corre nessun pericolo se si trova dinanzi uno specchio in notturna, visto che non c'è luce solare. Si ritiene che il vampiro abbia la possibilità di girare di giorno, nonostante (secondo alcune fonti) il sole lo renderebbe più debole (e quest'ultima particolarità affievolisce ancor di più la credenza che il vampiro eviti lo specchio per il riflettersi della luce solare).

La leggenda riporta inoltre che il vampiro generalmente ha bisogno di un aiutante umano, per poter risolvere problemi e difficoltà altrimenti insormontabili; i vampiri venivano tenuti lontani dall'aglio, il cui odore era insopportabile e avevano paura delle rose e dell'acqua corrente in quanto segni di pura vita.

Inoltre il vampiro sembra essere nato da un'anima oscura reincarnata in un corpo corrotto, ed è per questo che lo spaventano gli oggetti di carattere religioso soprattutto quelli cristiani.

Le origini[]

Stando ai ritrovamenti archeologici, la paura che un morto potesse tornare a tormentare un vivo è antichissima. Ad esempio, in molte necropoli preistoriche sono stati rinvenuti resti con pietre piantate sul corpo.[senza fonte] Questa pratica è ancora oggi diffusa in alcune regioni a influsso Vodun per impedire al morto di tornare dall'aldilà.

Il più antico testo vampirico di cui si è a conoscenza è una tavoletta babilonese conservata al British Museum su cui è incisa una formula magica che serve a proteggere dai demoni succhia sangue, gli etimmé.

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Esempio di un vampiro

Risalendo la storia dei popoli troviamo, nella tradizione ebraica antica, l'aluka cioè il "succhiasangue". Quest'essere assale i viandanti che si sono persi nel deserto e ne beve il sangue. Non a caso, tra i precetti della Torah, c'è anche il divieto di bere il sangue, veicolo dell'essenza vitale degli esseri viventi.

La stessa figura biblica di Lilith, che riprende il demone assiro lilitu, era un demone di genere succubus (la versione femminile degli incubus, demoni dalla forma spettrale piuttosto che corporea). Prima e malvagia moglie di Adamo, Lilith è ritenuta nella tradizione ebraica la madre di tutti i vampiri: come tutte le succubi, è golosa di seme umano e per questo entra di notte nel letto degli uomini per prosciugarli della loro forza vitale. Da Lilith discendono anche le lilin, che succhiano il sangue dei bambini. Secondo la tradizione, se un bambino sorride nel sonno durante la notte del sabato ebraico, si dice che sta giocando con Lilith: per salvarlo, gli si strofina il naso per tre volte e si dice la frase augurale: Adamo, Eva, fuori Lilith!. Foglietti con questa stessa frase augurale vengono appesi nella stanza e nella casa delle partorienti.

Anche greci e romani avevano una loro mitologia vampirica, perlopiù rappresentata da vampiri di sesso femminile, che si unisce con una certa tradizione sciamanica europea. La lamia, ad esempio, regina dei succubi, è una sorta di strega, che a volte appare in forma di bella fanciulla, a volte come vecchia donna, a volte anche con sembianze animali, preferibilmente un serpente con la testa di donna. Nella Roma antica si aggiunge anche la strix, diretta antenata delle strie italiane e degli strigoi rumeni. Questo essere dalla forma d'uccello rapace assetato di sangue, che beveva con un lungo e affilato becco, viene così descritta da Ovidio:

Si dice che strazino i fanciulli ancora lattanti e pieno di sangue tracannato abbiano il gozzo Hanno nome di strigi: causa del nome è che sogliono di notte orribilmente stridere Altra letale fanciulla era l'empusa, che per una particolare malia, appare come una splendida fanciulla, quando in realtà nasconde mostruose e ripugnanti fattezze: ha un piede di bronzo ed uno di sterco d'asina.

Infine ricordiamo le mormos, vampire un po' più gradevoli, al servizio di Ecate, dea della notte, della magia nera e protettrice delle streghe.

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